Cisponi mi ha chiesto di partecipare a un simpatico e inedito giochino tra blog. Uno disegna un corsaro (da non confondere con un pirata, neh?!) e poi dice ad altri amici di blogghenzia: "E ora tocca a voi!". Poi, tutti insieme appassionatamente, si finisce sul taccuino di
Foggy Man, che ne fa un libro che viene presentato a
Krapula Comicom 2008.
Così il buon Cispo mi ha citato sul suo blogghe e io ci ho detto: "Neanche tu hai capito la sottile differenza tra sceneggiatore e disegnatore?" e lui m'ha risposto: "No".
E io allora sono andato a scartabellare tra gli scarabocchi che facevo quando neanch'io conoscevo quella differenza e per raccontare le storie mi mettevo a disegnarle. Incredibbbile ma vero, da una cartella datata A.D. 1998 saltò fuori questo fantastico personaggio piratoso. Notare la finezza del tratto, nonché la raffinata critica sociale e politica insita nello jojo che coesiste in stimolante contradditorietà con la cicca accesa. Perché il piratino ha 4 dita per mano? Pignoli...
Ricordo ancora quando lo disegnai. Seguivo il corso tenuto da
Sisinnio Fiatella, detto Catrame (perché quando ti alitava a favore di vento ti asfaltava), in uno dei quartieri più malfamati di Dosnuraghes. Ci venne proposto di creare una serie ASSOLUTAMENTE libera, senza alcun vincolo concettuale o stilistico, purché parlasse di corsari, fosse ambientata nel futuro e non ci fossero lattai di mezzo (la cosa mi spiazzò alquanto, visto che proprio allora mi ronzava per la testa l'idea di un fumetto su un lattaio trozkista a Beverly Hills che incappa fortuitamente in un omicidio).
Cisponi propose una storiella che parlava di un Corsaro con il mascara e di una maledizione legata alla luna (la prima), ma subito Catrame la bollò come
immensa cisponata e, dopo averlo insultato davanti a tutti gli allievi, gli fece abbandonare l'idea.
Ok, divagavo... Ora devo indicare 3 amici bloggherz che disegnino un corsaro. Eccoli qua:
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Mimmo Piattola-
Esculapio Elkann-
Giovannino TinozzaSoprattutto a Mimmo devo chiedere di non andarci pesante come suo solito e di lasciar perdere le corsare.