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30 dicembre 2005

I colori delle gemme preziose dissotterrate da secoli di storia

Lo Spazio Bianco è un sito di fumetti che ho seguito sin dalla sua comparsa sul web, innanzi tutto per il nome curioso (con una curiosa assonanza con il mio cognome) che da subito mi ha ricordato la definizione di Scott McCloud sulla "canaletta" che divide una vignetta dall'altra nei comics. Da tempo è diventato un sito di riferimento per chi come me si interessa di fumetti (come pure Comicus, AFnews, Komix, Ultrazine e Comicscode) e l'altro giorno ho scoperto con piacere che in un loro articolo sulle "strenne" fumettistiche per il Natale 2005, Michele Quitadamo segnalava il mio volume su Sergio Toppi come uno dei regali consigliati. A parte l'apprezzamento per il mio lavoro (per il quale lo ringrazio!), mi ha fatto piacere leggere questo passaggio sull'opera di Toppi: "Le sue storie hanno il sapore di luoghi lontani nel tempo e nello spazio, l'odore di spezie preziose, il profumo di donne magnifiche e leggendarie, l'incedere marziale di soldati invincibili; i suoi colori sono i colori delle gemme preziose dissotterrate da secoli di storia". Lo trovo uno dei commenti più pertinenti sulla capacità affabulatoria di Toppi.
La recensione si trova qui.

L'immagine allegata si riferisce a una delle copertine di Toppi per il progetto "1602" della Marvel e sono per ora inedite in Italia. In questo caso, il soggetto è un Iron Man ante-litteram.

(S)bilancio di fine anno

Dicembre, andiamo, è tempo di salutare. Mentre mi arrovello su un soggetto su Paperoga, come mio solito la mente vaga verso tutt'altro... tipo scrivere sul blog. Ok, ho un'idea di base, ho una mezza idea su come la storia potrebbe finire, mi manca da completare il secondo atto ma mi concedo che "Sì, forse è meglio se stacco per il pranzo" e con la scusa eccomi a ri-distrarmi. Tanto vale fare una cosa rapida e indolore: un bel sunto di quello che ho fatto nel 2005 (insomma, una cosa che non fa nessuno su nessun blog).
Avevo chiuso il 2004 pubblicando vignette sul mondo del lavoro per l'Unione Sarda (qui a sinistra una disegnata da Bruno) e poi mi sono ritrovato a sceneggiare per Red Whale e Disney Buena Vista. Con tutto il rispetto per il quotidiano sardo, cercherò di impegnarmi più sul secondo versante che sul primo. Nel frattempo sono successe dunque un po' di cose fumettistiche:
- 2 numeri Monster Allergy
- la pubblicazione del libro su Sergio Toppi
- il Premio Romano Calisi per lo stesso libro a Romacartoon
- collaborazione (con alcuni testi critici) alla mostra di La Salle, in Valle d'Aosta, organizzata da Erika Centomo su Guillaume Bianco, Giorgio De Vita e Carlos Meglia
- idem per una mostra organizzata dalla Piquiz a Terralba, in Sardegna, su Ivo Milazzo
- il corso di sceneggiatura dell'Accademia Disney
- l'inizio di alcuni progetti (uno già avviato con Paolo Campinoti e Francesco Legramandi, uno appena cominciato con Bruno Olivieri, uno in nuce con Marco Ceruti)
Nel frattempo, per non farmi mancare niente, con Cinzia abbiamo deciso di convolare a giuste nozze (lo scorso 3 agosto, per la cronaca, rosa).
E ora? In una settimana ho scritto due soggetti nuovi per Topolino (con la speranza che siano approvati dalla redazione), un altro è in preparazione per la settimana prossima e alle porte c'è, probabilmente una nuova mostra da allestire a Cagliari (per ora top secret).
Ma, soprattutto, una novità potrebbe sconvolgere il nuovo anno: se tutto va bene due gatti troveranno alloggio a casa nostra...

Monster Allergy a marzo su Rai 2

Una buona notizia per tutti i fan di Monster Allergy che come me usufruiscono della vecchia tv a carbonella e per i quali il satellite è quella cosa che ogni tanto i russi spedivano nello spazio: il cartone di Zick & Co., in onda dallo scorso 19 dicembre sul canale ToonDisney (614 di Sky), verrà trasmesso su Rai 2 a partire da marzo.
La bella notizia segue quella che annuncia che la Warner Bros. ha acquisito per gli Stati Uniti i diritti per lo stesso cartone, che andrà in onda sia sul canale KidsWB che su Cartoon Network.
Qui il link della notizia.

Cose che saltano in fase di stampa

A proposito del post precedente e del rapporto tra arte e fumetto, qualche anno fa cominciai a pubblicare alcuni miei studi sui rapporti tra arte contemporanea e fumetto su Ultrazine, il sito del mio amico Smoky Man. Successivamente scoprii che un tizio che scriveva per il quotidiano "L'Eco di Bergamo" (tale Roncalli) aveva pensato bene di attingere, con un semplice copia e incolla, a uno di questi miei articoli per completare un suo pezzo sulla pagina della cultura del giornale bergamasco. Rintracciato l'articolista, gli feci notare come non fosse carino da parte sua utilizzare materiale intellettuale altrui senza nemmeno citare la fonte. E come fosse poco intelligente farlo senza nemmeno sforzarsi di cambiare un aggettivo...
La sua risposta per creatività imbroglionesca fu pari solo allo sforzo cerebrale posto nell'attività di copiatura: "Mi spiace, io avevo citato la fonte ma dev'essere saltata in fase di stampa..."
Morale:
1) non tutti i Roncalli sono santi (anche se parenti del Papa)
2) pubblicare il frutto del proprio lavoro su Internet non sempre è una genialata

28 dicembre 2005

Pittura e fumetto

Innanzi tutto, buon proseguimento di feste a tutti!
A me Babbo Natale ha fatto un regalo niente male: l'invito dell'Associazione Culturale Hamelin di Bologna a parlare all'interno della V edizione di "Bilbolbul - Studi sul fumetto". La cosa che mi inorgoglisce (e un po' me la fa fare sotto) è che il mio intervento si terrà il 2 febbraio all'interno di un corso di storia del fumetto, in collaborazione con la libreria Feltrinelli e gli editori Black Velvet, Bande Dessinée, Coconino Press, Kappa Edizioni. Tra gli altri relatori ci saranno signori del calibro di Sergio Toppi, Igort, Luca Boschi, Giovanni Mattioli, Andrea Plazzi, Daniele Barbieri, Carlo Branzaglia, Daniele Brolli, Roberto Daolio, Gianfranco Maraniello, Antonio Faeti, Enrico Fornaroli.
Che dire?! Che devo mettermi di corsa a ripassare (e dare una stiratina alla camicia del matrimonio). Tra le altre cose, l'argomento del corso di quest'anno, "Fumetto e pittura", mi sta particolarmente a cuore. Qualche tempo fa mi misi ad approfondire per i fatti miei i rapporti tra arte contemporanea e fumetto e, in seguito, ebbi anche la fortuna di tenere un paio di lezioni su questo argomento all'Università di Cagliari all'interno dei corsi di Storia dell'Arte Contemporanea del professor Giorgio Pellegrini. Insomma, a volte la vita è un dolce ritorno :-)

19 dicembre 2005

Ma soprattutto, che lavorino.
Così impareranno.

Scrive Hemingway in un passo di Per chi suona la campana:

Adesso camminavano vicini nel buio e Anselmo parlava piano, voltando di tanto in tanto la testa mentre continuavano a salire. «Non ucciderei nemmeno un vescovo. Nemmeno un proprietario di qualunque specie, ucciderei. Li farei lavorare tutti i giorni, come abbiamo lavorato noi nei campi, e come abbiamo lavorato a tagliar legna sui monti, per tutto il resto della loro vita; così capirebbero per che cosa è nato l'uomo. Che dormano dove dormiamo noi, che mangino come mangiamo noi. Ma soprattutto, che lavorino. Così impareranno.»

Persone che giocano a lavorare per darsi un tono prendono decisioni drastiche sulla pelle di chi lavora per vivere. Un'altra persona a me cara oggi ha perso il lavoro. E io le parole.

PS. Ah, per i cinici: questo blog non fa per voi, cambiate canale...
PS 2. Il mio amico Bruno non sarà Hemingway, ma certe cose sa raccontarle bene anche lui. Leggere qui per credere.

14 dicembre 2005

Ode to my sister

Venerdì mattina si laurea Valentina, mia sorella. Sono più emozionato del giorno della mia tesi. Lei è una tosta. Da piccoli ogni tanto ci si accapigliava, soprattutto per questioni di gerarchia. Insomma, io avevo faticosamente conquistato il ruolo di fratello maggiore e lei non accettava le conseguenze che ne derivavano: obbedienza e subordinazione assoluta al fratello grande, massimo rispetto per qualunque fregnaccia Egli (con la E maiuscola) dicesse, mutismo e rassegnazione su questioni fondamentali come "si gioca a pallone" e/o "si gioca con le bambole". E invece lei niente! Imperterrita, ribatteva sempre su tutto. Ricordo in particolare una mezza rissa con rischio di accoltellamento su un regalo ricevuto per la mia promozione dalle scuole medie alla quarta ginnasio. In ballo un regalo mica da poco: il mitico Commodore 64. All'epoca quel regalo era qualcosa di straordinario. Con 64 kbyte ti facevano credere di poter fare qualunque cosa, e forse era davvero così. Io ricordo solo che avevo giurato ai miei che con quel personal computer avrei imparato a fare i compiti e complessissimi calcoli algebrici: l'unica cosa che ricordo di aver imparato fu come si superano i primi 5 livelli di "Aztec Pyramid" e i primi 5 di "Burger Time". La lotta per il Commodore 64 fu da subito serratissima. Mia sorella, rivendicando di non aver mai ricevuto un regalo degno di quelli che si beccava il fratello maggiore, aprì un'aspra vertenza sindacale al termine della quale spuntò al sottoscritto la concessione del 20% del computer. In termini pratici significava poco meno del quarto destro della tastiera. Apparentemente un'inezia, concretamente un disastro... Tra i tasti ceduti, in quel 20% rientrava quello di "invio", fondamentale per dare il via ai giochi dopo aver digitato il comando "RUN". La vertenza ebbe momenti di alta tensione (ricordo la mia controparte lasciare il tavolo delle trattative in lacrime, dopo che le rinfacciai che in fondo la mia promozione in quarta ginnasio valeva ben più del suo salto dalla quinta elementare alla prima media).
Venerdì si laurea in giurisprudenza e credo che oggi su quel 20% mi farebbe un culo così, la mia mitica sorellina.

PS. quella nel disegno di Paolo non è Vale, ma mi ricorda lei da piccola :-)

06 dicembre 2005

Sweet dreams of memories

Un altro disegno preparatorio di Paolo per il progetto di cui avevo parlato qui.
Quando lavoro su un soggetto mi rendo conto che c'è una costante che mi perseguita (il redattore capo di "Topolino" una volta mi disse che ne ero ossessionato): il ricordo, o meglio la nostalgia. Da giovane vecchio trentaquattrenne, ogni frammento del passato mi appare molto più interessante e immaginifico del presente. L'altro giorno mi ha scritto su questo blog Marco, il mio cugino col quale da bambino ho trascorso diverse estati. Da abitudinario cronico, passavo le giornate in maniera ripetitiva ma - per me! - divertente: mattina in negozio da mia nonna (per la straordinaria paghetta di 50 lire a giornata), pomeriggio a leggere fumetti ("Il Giornalino" che la perpetua distribuiva tra gli abbonati del paese) e sera nello stradone davanti alla casa di Marco a giocare a pallone sino allo sfinimento. Ovvero sino all'ora in cui iniziava "Furia, cavallo del West" (e poi Heidi, e poi Goldrake, e poi Capitan Harlock), il momento più atteso della giornata. Ma uno dei ricordi più belli riguarda l'adolescenza, la primavera dei miei 16 anni: con Marco e i suoi amici di Oristano (mitici per un metallaro oltranzista come me allora: due erano chitarristi "a orecchio", uno suonava il basso e trincava birra Ichnusa, un altro era recordman assoluto di parlo-rutto) si andava in giro per la prima volta da "grandi" (nel senso che lui aveva finalmente preso la patente e poteva scorrazzarci sulla sua fantastica 127 bianca), macinando chilometri tra il nostro paese e le più belle spiagge oristanesi, quelle dove solitamente i turisti non vanno mai. Eravamo inebriati da questa strana sensazione di libertà e indipendenza e senza nemmeno accorgercene, lasciata la 127 lungo una strada bianca, ridendo come scemi abbiamo raggiunto uno spuntone di roccia a picco sul mare. Il cielo era grigio acciaio. Ci siamo accorti che era carico di pioggia solo quando all'improvviso sono cadute le prime gocce, senza nemmeno un lampo che le annunciasse. Sul bordo di quella scogliera abbiamo smesso d'un tratto di cazzeggiare, ammuttoliti dalla bellezza del mare oscuro e potente di Pasquetta.

02 dicembre 2005

Il pane e le rose

Ho sempre temuto e ripudiato la violenza. Ce n'è fin troppa in giro e quando vedo dei film che ne fanno la loro colonna portante ho un rigurgito di intolleranza. Eppure a volte mi verrebbe da amare la rabbia, anche quella che mi fa stare male, perché la ritengo un sentimento propulsivo. Ieri hanno comunicato a un mio caro amico che per motivi di ristrutturazione aziendale a fine dicembre dovrà levare le tende. Un bel regalo di Natale, complimenti ai Santaclausi di turno.
Il mio amico è uno che ha lasciato la Sardegna per venire a Milano per cercare lavoro, non perché gli faceva piacere avvicinarsi a via Montenapoleone. Ed è uno che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani: lavorare come contadino o come correttore di bozze, non c'è differenza, ha sempre alternato il concetto alle braccia. Per lui (è un tipo stravagante) l'importante è lavorare, ed essere retribuiti per il proprio lavoro. È secondario che lui sia anche un filosofo, visto che la laurea è ormai una semplice soddisfazione personale.
Vogliamo buon cibo, e ne vogliamo in abbondanza.
Jack London