Quando lavoro su un soggetto mi rendo conto che c'è una costante che mi perseguita (il redattore capo di "Topolino" una volta mi disse che ne ero ossessionato): il ricordo, o meglio la nostalgia. Da giovane vecchio trentaquattrenne, ogni frammento del passato mi appare molto più interessante e immaginifico del presente. L'altro giorno mi ha scritto su questo blog Marco, il mio cugino col quale da bambino ho trascorso diverse estati. Da abitudinario cronico, passavo le giornate in maniera ripetitiva ma - per me! - divertente: mattina in negozio da mia nonna (per la straordinaria paghetta di 50 lire a giornata), pomeriggio a leggere fumetti ("Il Giornalino" che la perpetua distribuiva tra gli abbonati del paese) e sera nello stradone davanti alla casa di Marco a giocare a pallone sino allo sfinimento. Ovvero sino all'ora in cui iniziava "Furia, cavallo del West" (e poi Heidi, e poi Goldrake, e poi Capitan Harlock), il momento più atteso della giornata. Ma uno dei ricordi più belli riguarda l'adolescenza, la primavera dei miei 16 anni: con Marco e i suoi amici di Oristano (mitici per un metallaro oltranzista come me allora: due erano chitarristi "a orecchio", uno suonava il basso e trincava birra Ichnusa, un altro era recordman assoluto di parlo-rutto) si andava in giro per la prima volta da "grandi" (nel senso che lui aveva finalmente preso la patente e poteva scorrazzarci sulla sua fantastica 127 bianca), macinando chilometri tra il nostro paese e le più belle spiagge oristanesi, quelle dove solitamente i turisti non vanno mai. Eravamo inebriati da questa strana sensazione di libertà e indipendenza e senza nemmeno accorgercene, lasciata la 127 lungo una strada bianca, ridendo come scemi abbiamo raggiunto uno spuntone di roccia a picco sul mare. Il cielo era grigio acciaio. Ci siamo accorti che era carico di pioggia solo quando all'improvviso sono cadute le prime gocce, senza nemmeno un lampo che le annunciasse. Sul bordo di quella scogliera abbiamo smesso d'un tratto di cazzeggiare, ammuttoliti dalla bellezza del mare oscuro e potente di Pasquetta.
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