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20 gennaio 2006

A cavallo di una bici, il tuo principe verrà

Dopo un paio d'anni, ieri ho riascoltato un EP di Davide Toffolo e i suoi Allegri Ragazzi Morti. Mi ha di nuovo stupito. A mio parere, Toffolo è artista vero. Parla un linguaggio universale e lo fa tanto attraverso i fumetti quanto attraverso la musica. Bloccato in un'interminabile fila nel traffico milanese, ero affascinato dalle note del Principe in bicicletta e le mie narici hanno cominciato a dilatarsi. Per un paio di minuti ho pensato a mia cugina Lella, la mia cugina per eccellenza, che ha appena compiuto 29 anni. E che per tutti, tranne che per se stessa, è come se ne avesse 20 in meno. Ho pensato alla tenerezza che mi faceva quando da piccola continuava a non riuscire a parlare. Alla rabbia di vederla derisa dai compagnetti di scuola. A quando avrei voluto spaccare il muso a un suo coetaneo che la dileggiava di fronte ai suoi amichetti stronzi. A quante volte avrei dovuto urlare non con lei ma con me stesso perché non sono mai riuscito ad aiutarla a crescere, rispettando (?) la sua presunta diversità. Ricordo quanto mi pesava andare a correre in bicicletta con gli amici e dover sempre aspettare lei, con il suo triciclo con il clacson di plastica. Noi volevamo andare veloci, lei era cicciottella e, senza le ruotine, in bici aveva difficoltà a correre. Ho sempre fatto il bravo cugino, ma tante volte me lo sono imposto a malincuore, perché io volevo correre senza aspettare nessuno.
Oggi penso a lei con un misto di dolcezza e senso di colpa. Non ho fatto abbastanza per aiutarla, perché avesse le opportunità che hanno avuto le sue coetanee. Un'insegnante di sostegno, che a suo tempo criticavo, è stata forse l'unica a capire che in lei c'erano le potenzialità per attenuare un problema di oligofrenia. Forse sarebbe bastato accordarle un po' di fiducia in più, responsabilizzarla anziché spaventarla di fronte alle difficoltà della vita.
Quando lei aveva solo un anno, le cantavo piccole canzoni d'amore nelle quali le promettevo di sposarla. Ascoltando i Ragazzi Morti, penso a lei, ai suoi sogni, ai suoi desideri. A cavallo di una bici, oggi l'aspetterei come si aspetta una principessa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

:-(
ma anche
:-)

Anonimo ha detto...

è difficile commentare dei post così intimi

Anonimo ha detto...

non è vero..non è difficile commentare post cosi intimi..
solo che si risulterebbe cattivi..e non lo si vuole...xè siam tutti buoni..
il commento:
sei stato stronzo,..str0nz0 ed egoista come lo è questo mondo di m3rda...ma non preoccuparti hai avuto la tua possibilità di usare quella str0nzaggin3 per sembrare profondo ed umano...
Tu sei normale , sei nella media...goditelo..
buone cose.

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Anche tu sei normale, fin troppo nella media dei tanti, troppi, che preferiscono commentare da "anonimi" i fatti della vita.
Il tuo commento ha centrato la questione, almeno al 90%. Mi permetto di correggerti per il restante 10%: "sembrare" profondo e umano non è mio interesse.
Bu0ne c0se anche a t3.