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02 dicembre 2005

Il pane e le rose

Ho sempre temuto e ripudiato la violenza. Ce n'è fin troppa in giro e quando vedo dei film che ne fanno la loro colonna portante ho un rigurgito di intolleranza. Eppure a volte mi verrebbe da amare la rabbia, anche quella che mi fa stare male, perché la ritengo un sentimento propulsivo. Ieri hanno comunicato a un mio caro amico che per motivi di ristrutturazione aziendale a fine dicembre dovrà levare le tende. Un bel regalo di Natale, complimenti ai Santaclausi di turno.
Il mio amico è uno che ha lasciato la Sardegna per venire a Milano per cercare lavoro, non perché gli faceva piacere avvicinarsi a via Montenapoleone. Ed è uno che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani: lavorare come contadino o come correttore di bozze, non c'è differenza, ha sempre alternato il concetto alle braccia. Per lui (è un tipo stravagante) l'importante è lavorare, ed essere retribuiti per il proprio lavoro. È secondario che lui sia anche un filosofo, visto che la laurea è ormai una semplice soddisfazione personale.
Vogliamo buon cibo, e ne vogliamo in abbondanza.
Jack London

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Un nodo stringeva il cuore di Drogo; addio sogni del tempo lontano, addio cose belle della vita. Il sole splendeva limpido e benevolo agli uomini, un'aria vivificante scendeva dalla valle, i prati mandavano un buon profumo, voci di uccelli accompagnavano la musica del torrente. Una giornata di felicità per gli uomini, pensò Drogo, e si stupiva che nulla differisse in apparenza da certe meravigliose mattine della sua giovinezza. Il cavallo riprese il cammino. Mezz'ora dopo Drogo vide il ponte dove si congiungevano le strade, pensò che fra poco avrebbe dovuto mettersi a parlare col tenente nuovo ed ebbe un senso di pena."
(Dino Buzzati - il Deserto dei Tartari).

Ho pochi rimpianti nella mia vita. Uno di questi è quello di aver letto "Il Deserto dei Tartari" troppo tardi, quando ormai avevo superato i quaranta. Ma in fondo se lo avessi letto prima, probabilmente non avrei avuto il necessario background per coglierne a pieno il significato.

"La vita va presa come viene e spesso è inutile guardare lo specchietto retrovisore."
(questa è mia, non di Buzzati :-)))

In bocca al lupo al tuo amico.

Anonimo ha detto...

che nervi queste storie di lavori, licenziamenti, co.co.pro. eticietci... nè laurea, nè altri titoli ormai possono aiutarci in questa "impresa" che è IL MONDO DEL LAVORO. io adesso sto facendo l'inserimento per l'INFOGRAFICA al giornale di Sardegna... divertente anche se poco creativo, diciamo...che ci vuoi fare???chissà che ne verrà fuori....
forse lavoreranno + di me i miei alunni CINGHIALI dell'obbligo formativo che fra poco si prendono la "qualifica", faranno uno stage presso un'azienda... e verrnno IMMESSI fra il personale... voglio tornar bambino!!!! salutoniiiiii

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

L'ho sempre pensato che i cinghiali non se la passassero poi malaccio...