
Un amico mi ha mandato una mail divertente in cui faceva accenno ai wannabies del fumetto (marò, che brutto modo di chiamare gli aspiranti qualche cosa!) e allora, mettendo spudoratamente le mani avanti, ho pensato al fatto che wannabe non lo sono mai stato e che, al limite, lo sono adesso. Almeno, per il fumetto. Io volevo fare il parrucchiere... pardòn, il musicista e diventare il front-man di un gruppo metal (e poi punk, e poi ska-core).
Quando ho cominciato a imbrattare i fogli lo facevo perché mi piaceva, non perché wannabessi diventare qualcuno nel mondo della nona arte. Anche quando facevo i fumettini di cui pubblico qualche immagine (tratta da Indaco di Ignazio Fulghesu e Vinicio Tedde), li scrivevo e li disegnavo solo ed esclusivamente perché dovevo comunicare qualcosa a chiunque avesse voglia di ascoltarmi. Neanche leggermi. Proprio ascoltarmi. Forse quello che noi vogliamo alla fine è semplicemente questo: comunicare, raccontare, essere ascoltati. Siccome io non so parlare bene (mi mangio le parole e ho un tono da orso Yoghi stanco), cerco di comunicare in altri modi. Un tempo sognavo di poterlo fare suonando, oggi ho capito che il mio "specifico" è scrivere. E ne sono felice perché, alla fine, chi mi legge in realtà mi ascolta. Quello che io wanna be.

Queste erano le musiche che scrivevo, non conoscendo note e pentagramma.
PS. le immagini riprodotte sono tratte dai seguenti capolavori:
- Syd Strummer va alla guerra
- Protraggo all'infinito la mia adolescenza
- Portatemi il mattino in una tazza
Con i primi due ho vinto i Premi Eisner, con il terzo una tazza di camomilla.
- Syd Strummer va alla guerra
- Protraggo all'infinito la mia adolescenza
- Portatemi il mattino in una tazza
Con i primi due ho vinto i Premi Eisner, con il terzo una tazza di camomilla.