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25 marzo 2010

"Gutta cavat lapidem", ovvero un rompimaroni alla corte di Tesla

Ho seguito buona parte dell'avventura di Fabiano Ambu, amico e disegnatore conterraneo, carattere spigoloso ma con la qualità rara della sincerità. Fino all'eccesso, ma tant'è.
Se vi occorre un luogo comune sui sardi, anziché dire "testadura" potete usare il neologismo "fabianiambi": vuol dire la stessa cosa, con l'aggravante (o il pregio, fate voi) che alla fine delle testate si riesce a ottenere quel che si vuole. Lui su Dampyr la testa ce l'ha sbattuta per anni, ma nel frattempo si è fatto le ossa su altre serie di altre case editrici. Tra una polemica in internet e un vaffa sui forum. Lui è fatto così, non le manda a dire a nessuno, anche quando gli converrebbe tacere. Lo guardi in faccia, ci parli, e sai esattamente con chi hai a che fare. Un grandissimo rompic... 
Meno male.
Il 3 aprile in edicola esce il numero 121 di Dampyr disegnato da lui e sceneggiato da Mauro Boselli. Per uno come me che tende a demoralizzarsi facilmente è un bell'insegnamento. Mi piacerebbe essere un po' più "fabianoambu", a volte. 
Ho detto "a volte", eh!

2 commenti:

Angelo ha detto...

Ciao, sono l'incarnazione dello stereotipo.
Mi hai chiamato?

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Siamo oltre un milione, Angelo!