Raymond Carver
05 ottobre 2007
Mi piace lavorare, mi piace scrivere
Alle otto in punto sono sempre già seduto al tavolino. Se è una giornata buona, resto a scrivere fino alle undici o a mezzogiorno, quando faccio una pausa per mangiare qualcosa. Nelle giornate migliori riesco a stare lì a lavorare tutto il giorno, perché mi piace lavorare, mi piace scrivere. Mentre sono al lavoro, inserisco la segreteria telefonica e stacco il telefono al piano di sopra, così anche se squilla al piano di sotto non lo sento; la sera poi posso controllare se ci sono messaggi. Non guardo molto la tv - in genere guardo il telegiornale - e vado a letto abbastanza presto. Di norma faccio una vita abbastanza tranquilla.
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47 commenti:
grande Carver, grandissimo...
Proprio una botta di vita...
Sergio Toppi per quasi tutti gli anni '60 ha fatto una vita che superava anche questa. Si alzava presto, andava nello studio di Porta Romana, tornava a casa, cenava e poi continuava a lavorare fino alle 2 di notte.
Ferdinando Tacconi a lungo si è portato il lavoro appresso sempre, anche in vacanza. Quando arrivava in un albergo o in una pensione, la prima cosa che chiedeva di poter avere in camera era una scrivania sulla quale poter lavorare. Poi non è detto che trascorresse tutto il tempo a disegnare, ma aveva un'etica della sua professione che era quella lì.
Quella di cui parla Carver, quella dei disegnatori che ho citato, quella "è" la vita.
Quella di cui parlano le rockstar delle parole (e del disegno), quella del "lavoro solo quando mi viene l'ispirazione", del "preferisco non fare niente se non mi sento libero", quella è la vita delle "parole". Che finisce esattamente dopo che le hai pronunciate.
Per cui sì, quella di cui parla Carver, per me, è una botta di vita.
PS. conosci un po' la vita di Carver, no? Allora puoi capire perché quella di cui parla qui per lui era una la vera vita.
mmmm....mi piace quest'intervento. noto anche una vena polemica che mi piace. perchè QUESTO è quello che si dovrebbe trasmettere. non come dici tu "l'avvento dell'ispirazione". Io non sempre sono così...ma le cose migliori mi sono sempre venute stando chino li, a scrivere, riscrivere, e scrivere ancora. prima magari c'è stato il guizzo. Ma dopo...dopo ci deve essere sempre il capochino.
Mi sembra che siamo d'accordo, quindi. Il guizzo creativo è fondamentale, ma se dietro non c'è il mestiere, la "vita quasi da ufficio" (come l'ha definita un "autore" da qualche parte in chiave denigratoria) puoi anche bluffare all'infinito o sperare che chi ti legge sia distratto, ma alla fine verrà fuori che quelle che stai scrivendo o disegnando, sono solo bugie da quattro soldi (tanto per chiudere con Carver).
Sono d'accordo col vecchio Raymond, ovviamente. Io e l'ispirazione ormai siamo due vecchi sposi: ogni tanto ci rendiamo reciprocamente conto che esistiamo. Per il resto conviviamo, ci sopportiamo. A volte lei mi dà un distratto bacio sulla fronte, altre volte io maschero la sua assenza giocando con qualche idea di plastica. Ma per la maggior parte del tempo stiamo troppo rannicchiati su noi stessi, oppure chini su una scrivania, per accorgerci che esistiamo. Questo non è male, intendiamoci. Questa è la vita di chi scrive. Ed è bella così.
Questo conferma che gli autori sono sottopagati!!!
No, conferma che gli autori fanno questo lavoro per passione e non per denaro. Perché l'amore per questo mestiere... e la poetica che... ehm... hai ragione, sono sottopagati.
Certo che se ne leggono di cose nei puntini, non penso che la sua vita sia stata solo quella, in tal caso l'ha sprecata. Hugo Pratt ha lavorato tanto ma viveva delle esperienze per trasferire poi nei suoi fumetti le sensazioni vissute, lo stesso Mister No è nato durante un viaggio di Sergio Bonelli.
E poi lo dici a me che non esco più di casa se non quando ci si vede. e se tra un disegno e l'altro faccio del sesso sbaglio? e se mi mangio una tavoletta di cioccolata? e se vado a bermi una birra con gli amici. E poi era solo una battuta mamma mia...( attenzione i puntini sono una provocazione per il gestore del blog)non ho mai parlato di ispirazione, anche se sarebbe bello poterla attendere visto che tutto il resto e mestiere.
Mi fa strano e mi fa piacere leggere le vostre parole. Non so quasi nulla sullo scrivere, ho cominciato a capirci qualcosa leggendo le lezioni sul corso di fumetto della disney (da vergognarsi, lo so). Ma ora i meccanismi del vostro mestiere iniziano ad affascinarmi e voglio davvero capire di più. Forse non imparerò mai a fare come voi, ma credo sia giusto studiare, studiare.
E questa vita calma dello scrittore mi ricorda abbastanza la mia. Bello.
^__^
E' il metodo che salva chi fa questo mestiere con l'intenzione di vivere di scrittura. Scrivere ogni giorno senza rinunciare però alle cose che fanno parte della vita. Senza di quelle, per conto mio, non sai di che scrivere.
Io ho due ancore di salvezza. La prima è la famiglia (mia moglie, i bambini... ma non sono di quelli che vanno a manifestare contro i pacs; a quel tipo di famiglia preferisco quella dei Corleone). La seconda è lo studio: un luogo in cui lavorare, senza distrazioni. Macino tavole e aggiusto soggetti. Ho la fortuna di lavorare a casa di mia suocera, che ogni tanto bussa e mi porta pure il caffé.
Comincio a scrivere alle nove e non smetto fino all'una. Pausa pranzo col famigliame. Alle due e mezza/tre riprendo e vado avanti sino alle sette. Fuori dallo studio, mi dimentico della scrittura. C'è un sacco di roba da fare. Poi da qualche tempo ho scoperto che se dico ai bambini che devo guardare un "film da grandi", quelli vanno a letto senza far storie. Ovviamente non si tratta (sempre) di film porno, ma di titoli più adatti al mio palato (da poco ho visto Match Point). Infine libro e nanna. Non è male. A me piace.
Fuori dallo studio c'è esattamente tutto quello che poi metti dentro le storie. Personalmente diffido profondamente dagli stakanovisti e da quelli che scrivono di notte e dormono di giorno.
Forse quelli che scrivono di notte e dormono di giorno lo fanno per poterlo raccontare agli amici (fa molto "bohemienne").
Però ora m'avete provocato e io vi rispondo a tono!
Io ho due gatti che ogni cinque minuti mi chiedono i croccantini. Poi, verso sera, provo timidamente a dire: "E ora tutti a nanna che qui si guarda un film da cani" ma niente, loro vogliono a tutti i costi restare e così mi tocca sempre guardare Tom & Jerry e qualche volta Silvestro vs Titti. Chiaramente i disgraziati poi vanno a letto nervosi perché non si spiegano quale sceneggiatore da due soldi possa immaginare che un qualsiasi gatto abbia la peggio con un topo (o, peggio ancora, con un canarino).
Ogni sera mi contagiano questo dubbio atroce, con il quale sprofondo tra le coperte.
Aggiungo che deve sempre esserci il giusto distacco. Dal lavoro, dalla scrittura e da tutto ciò che ci orbita intorno. Qui dico una cosa che forse risulterà strana: sono partito come disegnatore, ma ho smesso di disegnare e ho cominciato a scrivere. Dunque ho cambiato vita, letteralmente. Ieri ho aiutato mio cognato a riparare un vecchio mobile acquistato su E-bay. Ho imparato delle cose, mi sono divertito, ho pensato: adesso smetto di scrivere e faccio il falegname. Non ho sentito alcun dolore. Potrei farlo, forse un giorno lo farò. Mi piace pensare di essere libero di cambiare. Per adesso, comunque, mi diverto ancora a scrivere. Anzi, mi è anche venuta l'idea per un soggetto su dei tarli assassini...
X Fab: non far vedere la televisione ai gatti. Leggi loro un libro, piuttosto. Geronimo Stilton, per esempio...
Sarà che ho già cambiato lavoro diverse volte, ma a me l'idea di abbandonare questo mestiere mi spaventerebbe assai.
Comunque quella dei tarli assassini me l'hai fregata: proprio ieri, mentre passavo il Legno Vivo sulla cassapanca, ho pensato "Ma guarda questi tarli, che mi riducono a colabrodo i mobili del padrone di casa: assassini!"
PS x Bru': quel topo lì poi non lo possono più vedere! Appena ho detto che volevo prendere anche il volume in inglese del Barzi, mi hanno minacciato di fare definitivamente a pezzi il divano.
Sull'abbandonare il mestiere: io non ci vedo niente di male. Non sono in crisi, intendiamoci, ma per quanto mi riguarda il pensiero non mi distrugge. Cambiare, vedere le cose col giusto distacco, appunto.
Sui felini: forse è proprio la parola "Barzi" a renderli nervosi. Pensaci.
Ci ho pensato e loro hanno candidamente confermato. E' proprio quella parola (evito di ripeterla perché i poverini sono ancora accanto al pc).
Insomma più o meno si fà tutti la stessa vita. Mi piace l'idea di libertà di Bruno(non ti conosco ma ti dò del tu, se non ti secca) di cambiare lavoro in qualsiasi momento, secondo me ti aiuta a vivere questo mestiere facendolo con passione, perchè quando manca puoi sempre fare il falegname. D'altro canto avendo fatto pure io altri lavori, per ora non lascerei mai il fumetto ma un girno chissà, potremmo darci all'antiquariato.
Il tu è d'obbligo. Mi fa piacere che la pensi come me e hai ragione: per assurdo, sapere che posso abbandonarlo in ogni momento mi fa amare ancora di più questo mestiere.
In effetti, ora che mi ci fate pensare, la mia vita sociale non comprende gatti. Mai uscito a cena con un soriano, mai fatto una partita a briscola chiamata con un siamese, mai chattato con un himalayano.
Volete dire che mi evitano?
Secondo me è per via di quelle torbide storie su Silvestro e Titti.
(se Carver sapesse a che cosa si può arrivare partendo dalle sue considerazioni sulla vita...)
Secondo me puoi risolvere presentandoti con un altro nome. La parola "Barzi" li rende intrattabili. Uno studio scientifico ha dimostrato che odiano le "Barzellette" e non sopportano il film "Il Gattobarzo".
... avesse saputo...
...avrebbe barzuto...
... anch'ello (forse).
Cosa vuoi che pensi, di sicuro oggi sarebbe un falegname. L'idea dell'alternativa è da tenere in considerazione, anche perchè se continua ad andare avanti così il mondo, i gatti sarai costretto a mangiarli.
A occhio e croce, per come stanno diventando, risolverei pranzo e cena per un mesetto (solo con Puck).
Però, se ci pensate, che forza d'animo sto' Carver. Molla il bicchiere, riesce a darsi una regolata; poi, sul più bello, a cinquat'anni... tak, muore!
Perchè tanto odio?
;-)
davvero anche di Toppi, sono cresciuta guardando Topp senza esserne cosciente... mannaggia.. in qualche modo spero mi abbia influenzata almeno un pochino.. come va la vita====??? e i bvambini quando li fate??? ehehehehbacioni e w i quindici...
Già, proprio il Toppone! La mia edizione (che mi sembra identica alla tua) però lui non collaborava già più. Non sono riuscito a trovare quelle sue illustrazioni, ma credo fossero realizzate con uno stile molto anglosassone (lui è sempre stato un ammiratore degli illustratori statunitensi e inglesi degli anni '50 e '60).
W i Quindici!
PS per eventuali visitatori poco fantasiosi: io e Giorgia parlavamo dei famosi Quindici, l'enciclopedia per ragazzi molto in voga negli anni '70. Chiaramente dialoghiamo in questo modo: io commento il post sui Quindici sul suo blog e lei mi risponde sul mio. Non c'è niente di strano. Se conoscete Giorgia ;-)
Io conosco i Quindici. E anche i miei bambini, che li sfogliano più di tutti gli altri libri (e sono tanti) a disposizione.
Non so per quale alchimia, ma i vecchi quindici riescono a "rapire" persino le nuove generazioni, che stanno venendo su a pane, nintendo e Boing.
sono svanita, lo so... comunque ribadisco la proposta del libro insieme ehehhehehe
Per Bruno:
meno male. Ne parlavo l'altra sera con una coppia di amici. A volte sembra che i bambini abbiano bisogno solo di omologarsi per essere accettati dagli altri e invece hanno questa carica anticonformista interiore che spiazza gli adulti sprovveduti come me. Grazie al cielo.
Per Giorgia:
un libro insieme? Magari, a me piacerebbe tantissimo :-)
TU FAI COME I TUOI IDOLI, SCRIVI DALLA MATTINA ALLA SERA, MAGARI CI SCAPPA QUALCHE COSA PER BAMBINI ILLUSTRABILE E PROPONIBILE.. CHE NE SO...
HAI RAGIONE, E' L'UNICO MODO!
(MA PERCHE' STIAMO URLANDO?)
è vero non si usa il maiuscolo... mi è scappato.. hey ma quant gente nel tuo blog...... hai visto quello di chicco Gallussu??
http://lapisinfabula.blog.tiscali.it
Hai visto? Qui è come via Gari a Cagliari nell'ora di struscio massimo.
No, Chicco Gallusu mi mancava. Ci butto un'occhio (e poi me lo riprendo).
Losoèvecchiamanonmivenivaunabattutamigliore.
Bellissimi i Quindici! Li ho ritrovati dai miei e me li son portati a casa!
Per quanto riguarda la scrittura, il mio metodo è: mi siedo al PC, penso che dovrei scrivere, poi mi chiedo "chi me lo fa fare" e apro Spider, e m'incaponisco perché non riesco a superare il 42% di vittorie.
Per fortuna ho disinstallato tutti gli altri giochi.
Poi quando son stufo ho la Playstation che mi aspetta al piano di sotto.
Ma è il metodo più in voga tra gli sceneggiatori!
Bentornato Jo :-)
Bella, Fab.
Ma hai un filtro anti-attentati?
Ho dovuto scrivere il post due volte...
Sì, contro i reati di lesa maestà ho attivato la moderazione dei commenti. Una volta uno ha insinuato che starei perdendo i capelli.
Lo sai qual'è il segnale che stai andando nella direzione giusta?
La quantità di persone che utilizzano il proprio tempo (prezioso) per romperti le scatole. :)
Sigh! Ultimamente sono diminuiti i vari Anonymous & Co.: secondo te è brutto segno?
Pezzimo.
Manda qualche news sulle ultime cose pubblicate e stai alla finestra...
E' un'esca irresistibile! :)
Per ora ho esposto alle intemperie il mio povero gatto. Spero che non se la prendano con lui, che è un tipo permaloso.
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